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Lo spirito dei luoghi II, Photographie

Esistono luoghi nei quali si ha la sensazione che essi siano intrisi di memorie che hanno impresso gli animi, e mentre li attraversi vieni ricoperto di sensazioni di vissuto che ti si presentano nella mente con una modalità per la quale la forma del luogo induce alla visione di emozioni vissute.

E’ un ponte fra il visibile (ciò che l’occhio coglie) e il non visibile (che è ciò che il cuore sente). Non sono immagini create dai sensi: nessun suono o odore o percezione sulla pelle, ma la tua mente ha chiaro la presenza di sensazioni di cui il luogo è impregnato.

Ma la memoria dei luoghi non consiste solo in un riconoscimento della realtà che ci circonda.
Il luogo non solo può trasformarsi in luogo della memoria quando l’ambiente diventa “scena” della propria storia autobiografica, diventa cioè spazio vissuto in cui si inserisce sia il ricordo di sé, sia della propria relazione intrattenuta col mondo circostante, ma diviene una sorta di respiro di vite vissute da altri la cui memoria è rimasta impressa nel luogo.

Esistono luoghi che, anche sconosciuti, prendono forma e vita perché hanno assunto una particolare pregnanza esistenziale, che hanno marcato un momento di svolta, di scelta o di rinuncia, di sofferenza, che fanno affiorare la nostalgia e il desiderio di un ritorno, anche a coloro i quali non li hanno mai vissuti.

Questi luoghi, diventano uno specchio della tua anima che riflette immagini del tuo vissuto anche in un luogo mai vissuto.

Il luogo non è solo oggetto del oggetto geografico – ma una dimensione altra, che potremmo chiamare spirito del luogo, ciò a cui deve guardare colui il quale ne percepisce la presenza. Lo spirito del luogo richiede uno spirito di idealizzazione che, tramite la forza d’invenzione della memoria, può diventare proprietà immaginaria di tutti.

Possiedono lo “spirito del luogo” quegli spazi che acquistano un particolare significato emotivo, che possono fare irruzione improvvisa, che smuovono nella nostra immaginazione impressioni tali da renderli unici poiché sollecitano inconsuete vibrazioni interne e stimolano a un dialogo interiore.

Siano essi reali e concreti, siano immaginari e simbolici, sono comunque spazi che popolano la nostra interiorità, che ci accolgono e contemporaneamente vengono accolti nella più intima profondità, diventando la scenografia dei nostri ricordi personali e degli stati d’animo in quei momenti vissuti.

In questi luoghi, si scopre una meravigliosa rassomiglianza tra il mondo esterno e il mondo interiore; probabilmente la risposta è nella necessità di localizzare, di tradurre in termini di concretezza delimitata e tangibile anche le entità più inafferrabili del nostro spirito.

L’anima predilige uno spazio per manifestarsi e solitamente le immagini di spazio che più si caricano di significato intimo richiamano anfratti chiusi, sotterranei, caverne e nascondigli isolati poiché, in un’azione di introversione, proteggono e riscaldano

Questi luoghi prendono forma e vita perché hanno assunto una particolare pregnanza esistenziale, che hanno marcato un momento di svolta, di scelta o di rinuncia, e tali luoghi iniziano realmente ad esistere e a parlare quando qualcuno inizia a raccontarli conducendo l’osservatore a costruirne una visione personale a vederla proiettata in una rappresentazione mentale.

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